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ANT-MAN & WASP
Parte 3
La Signoria Vostra è invitata alla prima del
remake di uno straordinario film. Suspense, terrore, azione, belle donne,
uomini muscolosi, ragazze in pericolo. Tutto questo e molto altro in una
pellicola che tutto il mondo ci invidia:
SWARM!
Con:
Scott
Lang nel ruolo di Ant-Man
Janet Van Dyne nel ruolo di Wasp
Klaus Rosemann nel ruolo di Swarm
Victor Shade nel ruolo di Visione
N’Kano nel ruolo di Vibraxas
Kristoff Vernard nel ruolo del Dr. Destino (Il cachet di Victor Von Doom era
troppo alto)
Sharon Ventura nel doppio ruolo di Miss Marvel/Donna Cosa (non parlerà nel
corso di tutta la pellicola, ma è bravissima)
Roy McNiven nella parte del poliziotto inizialmente cattivo che poi diventa
buono
Claude Unger nel ruolo dell’ avvocato bastardo
Inger Sullivan nel ruolo dell’ avvocato onesto
Il giudice Watson, Peggy e Cassie Lang nel ruolo di loro stesse
Un attore misterioso nel ruolo del criminale misterioso.
Misteri, effetti speciali e colpi di scena a
non finire, che vi terranno incollati alla poltrona col fiato sospeso.
Silenzio, buio in sala.
Greenwich Villlage. Un magazzino
abbandonato (avete qualcosa in contrario?).
Questa è la storia di due competenti e
rinomati entomologi: Fritz Von Meyer e Klaus Rosemann. Il primo era al servizio
di un uomo molto cattivo e perpetuò la sua eredità di male molto dopo la
scomparsa di quell’ infido tiranno. Si recò in Sud America, dove trovò una
colonia di api assassine che lo mangiarono vivo… dandogli una nuova vita (sì, a
volte il destino opera in maniera insolita)! Nacque così il primo Swarm, che
per anni tentò vanamente di porre le api a capo del mondo (sì, sempre il
destino che opera in maniera insolita, oppure la mente bacata di Von Meyer).
Solo che ad un certo punto lo scienziato nazista sentì che il suo tempo era
giunto e, pur di continuare la sua eredità di pura malvagità, passò la sua
maledizione ad un ebreo. Sì, un ebreo, un rappresentante di una razza che i
nazisti avevano cercato di sterminare. Il suo nome era ed è Klaus Rosemann,
finora è balzato alla ribalta un’ unica volta*, ma l’ erba marcia è restia a svanire
per così tanto tempo. E dunque…
* V.
Difensori 16/17
“Non potrai sfuggire al mio/nostro potere,
Ant-Man. Il potere di SWARM!!!”.
“Ascolta” dice Scott Lang “Lascia andare la donna ed il bambino”. “Kristoff,
dov’è Kristoff? Non lo vedo!“ è un rapido pensiero che passa nella sua mente
nel non vederlo in zona.
“Non sei nella condizione di porre condizioni”.
“Grandioso, pure un supercriminale con un pessimo senso dell’ ironia”.
“Devi solo morire!”.
Un piccolo sciame d’ api si lancia contro l’ eroe, che le evita con un agile
scarto. Ma sa che non potrà continuare così a lungo, a meno che qualcuno non
giunga in suo aiuto. E qualcuno giunge, ma sarà davvero d’ aiuto?
“Bene, bene, guarda un po’ chi abbiamo qui” dice Wasp appena entrata nel
magazzino “Non credevo che possedessi un’ intelligenza tale da concepire una
cosa del genere, Swarm”.
“Donna insolente, pagherai per la tua arroganza”.
“Non vedo l’ ora di affrontarti: la vespa contro l’ ape. Ci sarà da
divertirsi”.
Tribunale minorile di Manhattan.
Contemporaneamente, in un altro luogo di
questa grande e colorita città, si stava svolgendo un altro capitolo
fondamentale nella storia del nostro amato eroe.
“Molto bene, avvocato Unger” dice il giudice Watson “Vuole presentare dei
testimoni?”.
“Uno solo, vostro onore. Chiamo Patricia Lang”.
Diversamente da quello che accade nei telefilm, non si odono esclamazioni di
sorpresa o concitati mormorii, anche perchè c'è solo il personale necessario
nell' aula. Vi è solo il silenzio ad accogliere la donna mentre prende il suo
posto.
“Alzi la mano destra” invita il cancelliere “Giura di dire la verità, tutta la
verità, nient’ altro che la verità?”.
“Sì, lo giuro” risponde Peggy, il cui sguardo si incentra sulla scritta sopra
al giudice IN GOD WE TRUST. Ultimamente questa massima non le si adatta molto.
“Dichiari le sue generalità” chiede Watson.
“Mi chiamo Patricia Rae Lang, ma tutti mi chiamano Peggy. Sono nata e risiedo a
New York. Ho 30 anni”.
“La ringrazio, può procedere avvocato Unger”.
L’ uomo in doppiopetto si alza e, a passo quasi studiato (anzi, togliamo pure
quel quasi), si avvicina alla sua teste:”La ringrazio per essere venuta qui
oggi, Mrs. Lang. So che questo è un momento difficile per lei e la sua famiglia
ed apprezzo la sua volontà di servire la giustizia”. Corre voce nell’ ambiente
che Unger voglia gettarsi in politica, questo processo probabilmente confermerà
tale supposizione. “Vedo che ha avuto sua figlia quando era praticamente un
adolescente”.
“Sì, poco più che maggiorenne. Io e Scott eravamo quegli innamorati spensierati
e sognatori che non si curavano di tutto il resto e non pensavano troppo alle
responsabilità. Ma Cassie è stata la cosa più bella che mi sia mai capitata”.
“Cosa pensò quando suo marito iniziò a compiere furti?”.
“Tutto il male possibile: rischiava la vita, c’era il pericolo che desse valori
sbagliati a mia figlia”.
“E quando iniziò ad essere un supereroe?”.
“Per quanto possa sembrare strano, andò anche peggio. Basti dire che Cassie è
stata rapita già tre volte”.
“Tre volte? Tre volte? Secondo lei, è un padre amorevole quello che per le sue
azioni fa rapire sua figlia tre volte?”.
“Obiezione” si alza Inger Sullivan “Domanda generica, inoltre si chiede un
parere”.
“Accolta”.
“La riformulo allora: secondo lei Scott Lang è stato un padre amorevole nel far
rapire tre volte sua figlia in conseguenza delle sue azioni da supereroe?”.
“Obiezione!”.
“Respinta”.
“N… No” risponde Peggy “Non lo è stato”. Poi china il volto in basso,
mettendosi una mano sul mento e trattenendo le lacrime.
Unger le si avvicina:”Stia tranquilla, ora è tutto finito”. Sì, decisamente
vuole entrare in politica. L’ avvocato torna sul suo banco, prende un fascicolo
e lo apre, scorrendone alcune pagine. Poi si rivolge nuovamente alla
donna:”Purtroppo devo rivangare un altro infelice evento. Lei ricorda quella
strana invasione denominata dai media Inferno²?”.
“Sì”.
“È vero che nel corso di quell’ evento Scott Lang venne a casa sua e minacciò
di ucciderla?”.
“Obiezione, obiezione!” sbotta Inger Sullivan “Nel corso di quell’ invasione
nessuno era in possesso della totale capacità di intendere e volere, non si può
addebitare nulla al mio cliente che sia avvenuto in quei giorni”.
“Ac…”.
“Mi permetta, vostro onore” lo interrompe Unger “Ma ho qui un saggio del dottor
Leonard Samson, uno dei più valenti psichiatri della nostra nazione al quale
porgo le mie felicitazioni per il suo pronto recupero. In questo articolo si
afferma che nel corso di Inferno² sono venute a galla le nostre paure e le
nostre perversioni più nascoste. Nascoste sì, ma presenti nella nostra mente!
Nessuno ha finora contrastato questa teoria, che ha anzi trovato numerosi
apprezzamenti. Dunque Scott Lang potrà anche non essere stato in sé quel
giorno, ma dentro di sé desidera uccidere sua moglie”.
“Avvocato Unger!” si alza il giudice Watson “Non le permetto di dare simili
giudizi, un altro sgarro anche solo piccolo e verrà duramente sanzionato”.
“Le chiedo scusa, vostro onore. La foga del momento”.
“Mrs. Lang può rispondere, ma terrò conto delle sue dichiarazioni in maniera
adeguata. Prego”.
“Beh, ecco” esita la donna “C’erano demoni da tutte le parti ed io e Cassie
eravamo comprensibilmente spaventate. Poi improvvisamente vidi le finestre
ricoprirsi di api, era arrivato Scott. Quelle api entrarono in casa e mi
avvolsero totalmente, potevano uccidermi in ogni momento. Pochi secondi dopo
Scott apparve davanti a me e mi disse:'Eccomi qui. Sono venuto a riprendere mia
figlia e non potrai fare nulla per impedirmelo! Adesso le mie api assassine ti
sistemeranno una volta per tutte. Tu e quel maledetto giudice mi impedite di
vedere mia figlia... ma voglio proprio vedere cosa farai adesso!'. Non potrò
mai scordare quel giorno, spesso nel cuore della notte lo rivivo nei miei
incubi, risvegliandomi bruscamente e trattenendo a stento le urla*”.
* Per
ogni altro riferimento a questa storia V. Fantastic Force 8
Queste rivelazioni lasciano sì i pochi
presenti senza fiato e qualche mormorio inizia a circolare.
“Silenzio!” intima il giudice Watson “Ha qualche altra domanda, avvocato Unger?”.
“Credo che quest’ ultima risposta di Mrs. Lang sia migliore di ogni mio altro
commento”. E così concludendo, torna al suo posto.
“Avvocato Sullivan? Avvocato Sullivan!”.
“Eh? Oh sì, vostro onore, mi scusi. Nessuna domanda”. E cosa potrebbe
domandare? La situazione è oramai compromessa.
Da qualche parte.
Vicino al luogo dove infuria la battaglia, un
uomo, l’ uomo che sta dietro tutta questa vicenda, la nemesi del nostro eroe,
contempla il tutto con soddisfazione grazie a numerose telecamere nascoste.
“Non pensavo davvero che mi sarei divertito così tanto” pensa il criminale “E
fra poco sarà anche meglio”.
Greenwich Village.
“Aspetta, Wasp, non lanciarti inutilmente…”
inizia Ant-Man.
Ma il suo consiglio non viene ascoltato: Jan si rimpicciolisce e lancia
numerosi raggi di vespa contro Swarm, che però non viene minimamente scalfito
da essi. O li evita o crea buchi nella sua massa, di modo tale da farsi
oltrepassare. Va avanti così per circa un minuto, finché…
“Io/noi ci siamo stancati di questo gioco!” urla Klaus Rosemann.
Un suo braccio si stacca dal corpo umanoide ed inizia a vorticare in un punto,
il punto dove si trova in quel momento Wasp, che per lo shock ritorna alle
consueti fattezze. E, visto come è conciato attualmente il suo volto, sta
rischiando molto.
“No!” grida Scott Lang. E con incoscienza e sprezzo del pericolo si getta nel
vortice di api, sottraendovi Janet Van Dyne. Gli insetti non paiono aver
intenzione di seguirli, comunque l’ eroina ha perduto i sensi. “Speriamo non l’
abbiano punta” pensa l’ eroe “Già fisicamente non è messa tanto bene”.
Swarm è alquanto confuso, per un attimo ha come sentito il suo controllo sulle
api venir meno. Ma poco importa alla fin fine, ora è giunto il momento di
uccidere…
BANG! BANG! E così via, numerose altre volte. Dei proiettili centrano il corpo
umanoide di Swarm e, laddove prima vi erano delle api, ora giacciono morte ai
suoi piedi. Tuttavia i buchi che si sono creati vengono rapidamente tappati da
altre api pronte a servire il loro signore e padrone.
“Non so chi tu sia, ma sei in arresto” dichiara colui che ha sparato.
“Detective McNiven!” lo richiama Ant-Man “Se ne vada via da qui, subito. Da
solo non ha alcuna speranza”.
“Non si arrenda così facilmente. Comunque voglio che sappia che la ritengo
innocente ora”.
“Poteva farlo prima, ma la ringrazio ugualmente. La invito comunque a seguire
il mio consiglio!”.
“Hai ucciso i miei tesori!” grida un disperato Swarm, il quale allunga
una sua mano verso Roy McNiven. Il detective, senza mostrare alcun segno di
paura ed avendo già ricaricato la sua arma, fa esplodere altri proiettili,
uccidendo altre api. Ciò però non impedisce a Swarm di alterare la forma della
sua mano, trasformandola in una sorta di enorme guantone da boxe che centra
McNiven in pieno volto e lo manda dritto contro degli scatoloni. “Non
avrei/avremmo mai immaginato di dover affrontare tanti impicci”.
“Allora preparati, perché sta per arrivare l’ impiccio più grande” dice
Scott Lang piazzandoglisi davanti.
Una sinistra risata prorompe dalla bocca che bocca non è di Swarm:”Impiccio
tu? Non hai il costume, non hai l’ elmetto. Non hai nulla! Non sei nulla”.
“Se la pensi così attaccami e facciamola finita”.
“Sì, facciamola finita”.
Tribunale minorile di Manhattan.
“Forza, Inger, non gettarti così” pensa l’
avvocato dei Vendicatori “Lotta sino alla fine”.
“Avvocato Sullivan, ha dei testimoni da presentarci?”.
“Sì, vostro onore. Chiamo il wakandiano N’Kano”. La donna si aspetta una
qualche obiezione da parte di Unger, ma nulla. E la cosa la preoccupa.
Il componente della Fantastic Force entra nella sala e, dopo aver dichiarato le
sue generalità, prende posto nel banco dei testimoni.
Inger decide di rimanere seduta al suo posto:”N’Kano, può dirci dove risiede
attualmente e cosa fa?”.
“Certamente. Risiedo in Wakanda e faccio parte della Fantastic Force” risponde
l’ eroe.
“Cosa sarebbe?”.
“Un supergruppo che agisce principalmente in Africa, spesso al servizio di
Pantera Nera, sovrano del Wakanda”.
“E prima di ciò dove?”.
“In varie parti del mondo ma anche in altre dimensioni”.
“Le vostre imprese?”.
“Beh, abbiamo sventato il complotto di un tiranno temporale, abbiamo sedato ben
due rivolte in Wakanda e…”.
“Vostro onore, il curriculum di questo supergruppo potrà anche essere
interessante” fa notare Claude Unger “Ma non mi pare sia attinente alla causa
in questione”.
“Avvocato Sullivan, giunga al punto” invita Watson.
“Certo, ci stavamo arrivando. Ant-Man ha fatto parte di questo gruppo, vero?”.
“Sì” risponde N’Kano.
“Per quanto tempo?”.
“Fino a pochi giorni fa, poi è dovuto tornare a New York per via di questa
causa”.
“Quando stava con voi, ha mai parlato di sua figlia?”.
“Praticamente ne parlava sempre, si capiva chiaramente che le voleva bene e che
l’ avrebbe sempre protetta”.
“In tutto questo tempo le ha mai dato la sensazione che fosse un uomo
spregevole, un padre indegno?”.
”Certo che no: tutt’ altro”.
“La ringrazio, ho concluso”.
“Avvocato Unger, a lei il teste”.
Anche lui decide di restare seduto al suo banco:“Signor N’Kano, ha detto che la
Fantastic Force è anche al servizio di Pantera Nera, vero?”.
“Sì”.
“Quello stesso Pantera Nera che ha plagiato le menti dei funzionari dell’ ONU,
per poter dare vita ad un effimero Impero d’ Africa?”.
“Vostro Onore!”.
“Ha superato il segno, avvocato Unger” esclama irato Watson “T’Challa è stato
scagionato da ogni accusa in merito a quella vicenda. Stavolta non la passa
liscia: 20.000 dollari di multa”.
“Ma…”.
“Niente ma: prosegua e non veda di peggiorare la sua situazione”.
L' avvocato è costretto suo malgrado ad incassare il colpo, dannazione, una
macchia sul suo curriculum per Washington. “D’ accordo. Chiedo scusa. Signor
N’Kano, ha detto che Scott Lang parlava sempre di sua figlia. Ecco, in tutto
questo tempo che è stato in Africa, che non è esattamente dietro l' angolo,
quante volte è andato a trovarla?”. N’Kano non osa rispondere. “Le ricordo che
è sotto giuramento” lo torchia Unger “Allora? Giudice, vorrebbe…”.
“Devo ordinarle di rispondere, N’Kano” dice Watson.
“Beh, ecco, nessuna” dice infine l’ eroe. Dei mormorii si alzano dal
cancelliere, che poi torna a battere.
Ed Unger coglie la palla al balzo:”Nessuna? Ho sentito bene? Mi scusi, ma non
aveva detto che era un padre amorevole, che voleva bene a Cassie? Quale padre
non va mai a trovare sua figlia? Solo quello che non può darle una buona
educazione, evidentemente”.
“Stai zitto!” urla N’Kano. Ed Inger Sullivan capisce in quel momento che la
causa è persa. “Zitto! Non hai il diritto di giudicarlo, non gli sei stato
accanto in questi mesi, diversamente da me. Non puoi sapere quale uomo
straordinario egli sia!”.
“Signor N’Kano…” tenta di calmarlo Watson.
“Forse non lo posso sapere, ma qui oggi stiamo facendo tutt’ altro” ribatte
Unger “Stiamo facendo giustizia per una bimba in difficoltà”.
“Te le faccio vedere io le difficoltà!” balza dal suo posto N’Kano. Unger
rimane fermo dove sta, ma prima che l’ eroe possa raggiungerlo qualcuno gli si
para davanti.
“Non farlo” dice Visione “È proprio quello che vuole”.
“Ma… Non può offendere in quel modo un mio amico”.
“Tranquillo, non è il suo giudizio quello che conta. Ma quello delle altre
persone”. E con calma, il sintezoide accompagna fuori dall’ aula uno
sconfortato N’Kano.
“Credo sia meglio se ci prendiamo un attimo di pausa” suggerisce il giudice
Watson “Ci rivediamo qui tra mezz’ora”.
Greenwich Village.
“Credimi, Swarm” dice Ant-Man “Non hai idea
con chi hai a che fare”.
“Sì che ce l’ ho invece. Con un piccolo uomo, un uomo inetto!”.
Le api si dirigono in massa verso Scott Lang, che non accenna a spostarsi. Pare
anzi che le stia aspettando. Le api arrivano a pochi centimetri da lui e… si
fermano improvvisamente!
“Cosa…” esclama Swarm “Cosa sta avvenendo?”.
“Sta avvenendo che stai per essere sconfitto da un uomo che hai definito
inetto, ma che tale non è” ribatte l’ eroe.
“Ma non è possibile! Non hai il tuo elmetto cibernetico!”.
“Sei rimasto un po’ indietro, vile essere. Non ho più bisogno dell’ elmetto per
controllare gli insetti!”.
Swarm perde per un attimo coesione, poi la riacquista, la riperde e la
riacquista di nuovo. “Non ce la farai, il mio controllo sulle api è
inevitabilmente superiore al tuo!”.
“Questo lo scopriremo tra poco”.
E continuano così, per alcuni secondi, fronteggiandosi non coi pugni, ma con
gli sguardi. Una battaglia di volontà dove solo il più tenace può vincere. E
così inevitabilmente accade.
“Sì!” esclama infine in tono trionfante Ant-Man.
“N… Noooo!".
Swarm perde definitivamente coesione: le api lo abbandonano, escono dall’
edificio e di lui rimane solo uno scheletro umano, lo scheletro dell' ex
celebre entomologo Klaus Rosemann. Questo magazzino sta diventando decisamente
affollato.
Scott Lang, provato per lo sforzo, si inginocchia un attimo: ma non può
crollare adesso, deve trovare subito Kristoff ed uscire da qui.
Tribunale minorile di Manhattan.
“Miss Sullivan, mi dispiace” si scusa N’Kano
“Ma quel tizio mi ha fatto proprio uscire dai gangheri”.
“Non darti alcuna colpa” dice l’ avvocato “Mi hai preceduto solo di alcuni
secondi”.
“Così non può funzionare: cerchiamo di dare un atteggiamento costruttivo a
questo processo” interviene Visione.
“E come? Unger ha sparato cartucce forti e che fanno male”.
“Ed una di queste riguardava un videonastro, vero?”.
“Sì, ma…”.
“Bene, ho una notizia da darle in merito a quel nastro”.
E la speranza si riaccende.
Greenwich Village.
Ant-Man si inginocchia vicino a Wasp:”Jan,
Jan, svegliati. Dobbiamo trovare subito Kristoff prima che gli capiti qualcosa
di male”.
“Io non mi preoccuperei di quella donna inferiore” esclama una voce poco
distante.
Scott si volta e rimane inorridito:”Kristoff, dove diavolo hai preso quell’
armatura?”. “No” pensa “Non è possibile che ciò stia accadendo, sto vivendo un
incubo”.
Un sinistra risata fuoriesce dalla bocca del ragazzo:”Kristoff? Lui non esiste
più. Come presto non esisterai più nemmeno tu. Hai osato troppo, hai voluto
sfidarmi in campo aperto. E chiunque sa che non conviene mettermi alla prova. Poiché
nessuno può sconfiggere il potere di… Destino!”.
CONTINUA...